Francina tra campionato e mercato: "Vogogna come una famiglia" - I AM CALCIO VCO

Francina tra campionato e mercato: "Vogogna come una famiglia"

Fabrizio Francina, Ds del Vogogna
Fabrizio Francina, Ds del Vogogna
VcoPromozione Girone A

Viene da un buon periodo, il Vogogna, due settimane che hanno portato le prime vittorie stagionali, i primi punti in classifica e una rinnovata fiducia di poter giocarsi la permanenza in categoria; fiducia che, è giusto ricordarlo, all'interno dell'entourage tecnico ossolano non era mai mancata. E al culmine di questo buon momento a livello di risultati ecco il mercato, che porta al "Bonomini" l'attaccante classe 2001 Martin Jerich, prelevato dai "cugini" della Juventus Domo, e il difensore Davide Odini, cavallo di ritorno a Vogogna dove rientra dopo aver militato in Prima categoria con il Feriolo.

Il mercato diventa però anche la scusa per delineare con il direttore sportivo degli ossolani, Fabrizio Francina, il quadro di questa prima parte di stagione. "Jerich e Odini sono due ottimi inserimenti per il nostro organico e con loro abbiamo chiuso il nostro mercato, visto che nessuno tra i giocatori attualmente in rosa andrà via. Non volevamo cambiare tanto per cambiare per questo siamo andati mirati su questi due giocatori: per quanto riguarda Jerich, avevamo bisogna di inserire un uomo nel reparto d'attacco dove siamo un po' tirati mentre su Odini il discorso è un po' diverso perché anche umanamente avevamo bisogno di un giocatore di esperienza come lui, che è rimasto legato ai nostri colori anche quando per motivi lavorativi aveva scelto di vivere un'esperienza diversa e meno impegnativa della Promozione: da lui ci aspettiamo quella personalità e quel "quid" che ci è mancato nella prima parte di stagione e che, insieme ai tantissimi infortuni che abbiamo patito, ci ha condannati ad una classifica molto penalizzante".

Spiegare l'avvio della stagione del Vogogna in effetti non è semplice, con la squadra di Castelnuovo che fino alla decima giornata non è riuscita a racimolare punti: "E' stato un insieme di concause che ci hanno portato a questo risultato - analizza Francina -, dall'inesperienza di un gruppo giovane che spesso ha pagato sotto forma di gol subiti su palle inattive all'inizio tardivo di alcuni giocatori, fino ai tanti infortuni che si sono concentrati su elementi cardine come i Fernandez, Fovanna o Scaramozza, solo per fare alcuni esempi. Non siamo riusciti a dare continuità ma le prestazioni non sono mai state così mediocri come i risultati facevano sottintendere, abbiamo perso partite che non avremmo meritato di perdere come Omegna e Chiavazzese e questo ci ha complicato la classifica ma non il morale dei ragazzi che si sono sempre allenati bene e con voglia, meritando che la società si sforzasse per implementare questa rosa che aveva bisogno di qualcosa".

Un discorso, quello di Francina, avvalorato dai risultati delle ultime due giornate che hanno riproiettato il Vogogna in corsa per la salvezza: "Due partite completamente diverse - confessa tuttavia il Ds - perché con la Juventus Domo abbiamo giocato alla pari e la differenza l'ha forse marcata Fovanna, per me il miglior portiere della categoria, che ha difeso la vittoria mentre con il Bulè Bellinzago abbiamo subito tantissimo ma è stata forse, tra le due, la vittoria più bella perché ha messo in mostra la prima qualità di questa squadra, ossia quella di avere un gran cuore e la capacità di soffrire che è sempre un ottimo segnale. Salvezza diretta? Per esperienza nel calcio non c'è mai un limite e quello che riusciremo ad ottenere a fine campionato sarà quello che avremo meritato. Siamo fiduciosi perché sappiamo di avere un allenatore tra i più bravi, sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo della preparazione, le sue squadre corrono fino al 90' e oltre: le componenti affinché una piccola società come il Vogogna ce la possa fare ci sono, poi nel calcio ci sono troppe variabili da valutare e conta avere anche un pizzico di fortuna".

Quella fortuna che il Vogogna non ha avuto negli ultimi due anni, quelli funestati dalla presenza della pandemia, che ha messo fine a due campionati in cui gli ossolani stavano dicendo la propria: "Soprattutto nell'ultimo anno la squadra era partito benissimo - conferma ancora Francina - ma non c'è rammarico per quello che è stato; io dico che il Vogogna in questi due anni è stato penalizzato più di tutti per un altro fattore, la mancata possibilità di svolgere la festa che ci sovvenziona per la gestione della squadra. Noi non abbiamo un presidente mecenate, siamo una sorta di pro loco, e i mancati introiti si sono fatti sentire: anche in questo caso però lo spessore del nostro gruppo di ragazzi si è fatto sentire, tanti sono stati cercati in estate da squadre che avrebbero versato loro soldi che noi non avremmo potuto dare ma hanno scelto di restare, anzi molte volte scelgono di non prendere il pulmino della società ma di muoversi con i loro mezzi per non gravare ulteriormente sulle casse del Vogogna. Sono orgoglioso di avere un gruppo simile, che viene a Vogogna per stare bene e che ha fatto di questa società una sorta di famiglia".

Carmine Calabrese

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