Santini, il condottiero del Cireggio: "Cresciuto insieme alla squadra"
Una vittoria ha forse meno valore se manca quel pizzico di sofferenza necessaria per rendere epici i grandi successi. Ma il Cireggio ha forse esagerato nel suo percorso per la conquista della Seconda categoria, arrivando quasi a fine giugno per festeggiare un traguardo che anche nell'ultimo atto si è complicato strada facendo rendendo necessari i calci di rigore per coronare il lavoro fatto negli ultimi due anni in casa cusiana.
Sul campo di Carpignano Sesia protagonista non solo in panchina ma anche in campo, dove è sceso per aiutare la squadra e calciare l'ultimo decisivo rigore, Federico Santini non trattiene la soddisfazione per aver raggiunto la Seconda categoria al primo anno da allenatore in prima squadra avendo cominciato proprio da Cireggio il suo percorso da tecnico dopo aver deciso di chiudere - anche se solo a parole - con il calcio giocato: "Bisogna fare i complimenti a tutti i ragazzi, dal primo all'ultimo, perché abbiamo cominciato a giocare a fine agosto e siamo stati in ballo fino a giugno per una stagione infinita, che ci ha obbligato a mettere in campo tutte le forze che avevamo a nostra disposizione, anche quelle che non sapevamo di avere. Questa partita ne è stata la dimostrazione, fino all'ultimo siamo stati in vantaggio poi il gol subito all'ultimo secondo del recupero avrebbe potuto ammazzare un toro ma non questa squadra che ha dimostrato di avere gli attributi giusti per reagire e continuare a tenere il campo anche nei supplementari quando avremmo invece potuto andare in difficoltà. Volevamo conquistare la Seconda categoria e siamo stati più bravi dei nostri avversari a calciare i rigori ma i complimenti devono andare anche al San Donato: è una squadra giovane, che sa giocare al calcio e che avrebbe meritato come noi di poter festeggiare questa sera; avranno un'altra possibilità domenica e a loro va il nostro in bocca al lupo perché se lo meritano".
Santini avrebbe fatto volentieri a meno di rimettere le scarpe da calcio per dare una mano dall'interno del campo a questo Cireggio che però è arrivato al momento culmine della stagione cortissimo nei numeri, con qualche squalifica e qualche infortunio di troppo che hanno reso difficilissimo disegnare la squadra in campo nelle ultime settimane. E' venuto fuori il cuore e la tempra di questo gruppo che con le unghie e con i denti ha conquistato ogni centimetro che li separava dall'approdo in Seconda: "Pur giocando per pochi minuti sono ugualmente a pezzi - sorride con un po' di fatica Santini - ma era una scelta che andava fatta perché questi ragazzi non si meritavano di restare soli nel momento più importante della stagione. Abbiamo giocato tutti per questa società, che è stata in grado in neanche due anni di ripresentarsi ai nastri di partenza dei campionati riconquistando la Seconda categoria, un obiettivo che ci eravamo posti fin dall'inizio del campionato e che ci rende ora molto orgogliosi".
Un plauso particolare va fatto anche al tecnico che è stato il trascinatore di questo gruppo e che - alla prima vera esperienza in panchina - può già fregiarsi di un titolo meritato per quanto mostrato dalla squadra in stagione anche sul piano del gioco: "I meriti vanno divisi tra tutti quindi anche io mi prendo i miei che in questa mia prima esperienza da tecnico ho imparato tanto giorno dopo giorno, avendo la grande fortuna di avere un gruppo di ragazzi che mi ha sempre seguito. E' stato un percorso di crescita comune, il mio da allenatore e il loro da giocatori, che ci ha permesso di arrivare dove siamo arrivati e che speriamo possa continuare anche l'anno prossimo. L'ultimo rigore? Ovviamente si sentiva il peso di quel pallone per l'importanza che poteva avere per noi ma l'unica cosa a cui ho pensato è che sarebbe stato l'ultimo rigore che avrei calciato nella mia carriera di giocatore: non potevo sbagliarlo".